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Ti è mai capitato di rimanere bloccato nell’indecisione? Di non riuscire a decidere e avere continui dubbi assillanti? In questo articolo capiremo cosa succede, cosa ci blocca e, soprattutto, come uscirne!

Un noto aforisma recita che “ci sono due tipi di sciocchi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto!”. Il problema infatti, non è avere dei dubbi, di per sè, ma il blocco che da essi può derivare se non sappiamo gestirli bene.

Come decidere?

Iniziamo con il dare subito la “soluzione”, in maniera atipica sveliamo chi è l’assassino all’inizio del libro! Quando abbiamo un dubbio, quello che succede e che ci fa bloccare nell’incapacità di prendere una decisione è che lo trattiamo come se fosse una domanda.Cerchiamo di rispondere ad un dubbio come se fosse una domanda, ma, vedremo, non è proprio così! Domanda e dubbio, infatti, possono sembrare la stessa cosa ma non lo sono affatto.

Identifichiamo meglio il significato dei singoli termini:

  • Domanda: “le parole con cui si esprime il desiderio di sapere qualcosa” (Treccani)
  • Dubbio: “stato soggettivo di incertezza da cui risulta un’incapacità di scelte” (Treccani”)

Già dalla definizione, dunque, appare una netta differenza di significato tra una domanda e un dubbio.

Ma vediamo le differenze più nel dettaglio e, soprattutto, entriamo meglio nelle dinamiche che caratterizzano la domanda e il dubbio

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Dinamica della domanda

  1. Una domanda risponde ad un bisogno di conoscenza. C’è qualcosa che non so e che vorrei sapere, non ho particolare emozioni a riguardo, semplicemente mi serve un’informazione specifica (ad es. Qual è la capitale del Kazakistan?,Quanto è la radice quadrata 58?quali sono i libri per preparare l’esame? Quella persona è fidanzata?)
  2. La risposta che sto cercando si trova da qualche parte, qualcuno la conosce e io devo soltanto cercarla, ci potrà volere più o meno tempo ma da qualche parte esiste qualcuno che sa ciò che cerco.
  3. La dinamica della domanda porta ad agire, ad attivarsi per cercare le risposte che non ho.
  4. La domanda può venire soddisfatta, ad un certo punto si esaurisce poichè trovo quanto stavo cercando.

Dinamica del Dubbio

  1. Il dubbio non risponde ad un bisogno di conoscenza, per quanto potrebbe apparentemente sembrare, ma ad un bisogno di sicurezza. Io ho le informazioni che mi servono per poter scegliere e agire ma ne cerco altre per sedare la mia ansia e paura di sbagliare (esempi di dubbi: supererò l’esame?, sarà l’uomo giusto?, come mi stanno questi pantaloni, che effetto farò?)
  2. La risposta ad un dubbio, al contrario della domanda, non sta già scritta da qualche parte, non c’è qualcuno che la conosce, ma si scopre attraverso l’esperienza (quindi agendo), prendendo un piccolo o grande rischio, se sopraggiunge ansia o paura per l’incertezza a cui comunque si può andare incontro o perchè non si riesce a gestire l’idea di poter sbagliare ecco che le persone tendono ad attivare un tentativo di soluzione che può sembrare logico ma che , invece, si rivela completamente deleterio ed inefficace
  3. Per calmare la paura e l’ansia, infatti, inizio a chiedere rassicurazioni. Le rassicurazioni consistono nel richiedere opinioni alle persone che mi stanno intorno, o ad esperti dei settori in cui devo compiere la scelta, con l’intenzione di azzerare il più possibile i rischi della scelta o delegare ad un altro per non sentire il peso della responsabilità. Il problema è che, una volta ottenute le informazioni necessarie, rimandare la scelta continuando a chiedere ulteriori pareri (rassicuranti) non fa altro che confondere le idee. Il dubbio, in sè stesso, non viene MAI soddisfatto dalla risposta che si ottiene dagli altri che, invece, porta a creare nella mente ulteriori dubbi.
  4. Ecco, allora, che, mettendo in atto la dinamica: dubbio, risposta, altro dubbio, altra risposta, nuovo dubbio, nuova risposta…ecc…ci creiamo tutte le condizioni per una impasse decisionale, anche perchè più chiediamo rassicurazioni più ci sentiremo incapaci di prenderci quella responsabilità e quei rischi che ogni scelta, anche una piccola, implica.

Cosa fare allora quando mi accorgo di essere nel dubbio?

  • La prima cosa da fare è allenarci a riconoscerlo: è importante capire quando siamo davanti ad una reale mancanza di informazioni, e allora è giusto chiederle a chi può averle, e quando, invece, è l’ansia a guidarci, la paura di sbagliare e la richiesta di informazioni nasconde, in realtà il desiderio di essere rassicurati o di delegare la scelta (e la responsabilità ad essa connessa) ad una persona esterna.
  • Smettere di chiedere rassicurazioni ricordando che più chiedo più mi confondo.
  • Decidere: se non riesco a decidere perchè troppo spaventato, posso allenarmi a prendere la più piccola decisione possibile in una direzione (ad es. Se ho il dubbio che quei pantaloni mi stiano bene e mi facciano fare una bella figura magari non li metterò subito per andare ad una serata importante ma proverò a farci un giro in un centro commerciale dove non mi conosce nessuno, poi magari li indosso per un caffè con un’amica e solo dopo per una serata, prendendo man mano confidenza)
  • Se mi accorgo che la paura è molto forte e i dubbi sono ricorrenti, rivolgersi ad un professionista (la terapia breve strategica è particolarmente indicata): potrebbe essere più semplice, in alcuni casi più radicati, farsi seguire in questo processo da uno psicoterapeuta esperto perchè il dubbio è molto ossessivo a volte, non è sempre facile riuscire a prenderne le distanze. Inoltre, nei casi più importanti, potrà essere utile approfondire il meccanismo della paura di sbagliare e di prendersi responsabilità che è alla base del dubbio patologico.

Il punto, perciò non è evitare ogni dubbio, impresa impossibile nonchè dannosa, bensì non farsi sopraffare da esso, come direbbe Lord Alfred Tennyson, ottocentesco poeta inglese “Tieniti al lato più luminoso del dubbio”.