C’è un sintomo che difficilmente si presenta da solo negli attacchi di panico, ma accompagna spesso la tachicardia e la mancanza di respiro: il dolore al petto che spesso si accompagna ad un senso di soffocamento.
Come si manifesta
La sensazione da molti riferita è quella di un improvviso dolore al centro del petto descritto come una “sensazione di schiacciamento”, come avere un “peso sul petto”, altre volte più simile ad un bruciore o ad una lama affilata. Esso può essere localizzato in vari punti del torace, essere pulsante o fisso, avere un’intensità stabile, sempre uguale, crescente o decrescente.
Il dolore al petto è espressione di tantissime patologie differenti, da alcune più semplici ad altre molto importanti e con possibili conseguenze anche gravi, per cui non va mai preso alla leggera e verificato con un medico competente. E’ facile ad esempio collegarlo con un infarto imminente al miocardio, specialmente quando è associato ad un dolore al braccio sinistro.
Dolore al petto e Ansia
Il dolore al petto è un sintomo che spaventa molto, all’interno di problemi di ansia e panico, proprio perché istintivamente collegato alla paura di un infarto, di essere in pericolo di vita.
Il dolore al petto può quindi essere scatenato da un attacco di ansia ed è’ sostanzialmente dovuto alle tensioni muscolare nel torace e , una volta appurato che non vi sia niente di fisico, può essere gestito con esercizio di rilassamento.
Il dolore può avere anche a che fare con tensioni provocate da disturbi gastrici nervosi ed altri tipi di somatizzazioni. E’ uno di quei sintomi che può spaventare così tanto da creare un vero e proprio attacco di panico ma, c’è anche da dire, che è assolutamente normale che sia così e che, la prima volta che si presenta, avere lo scrupolo di recarsi presso un medico è senza dubbio il comportamento più naturale e sensato.
Testimoninianza
G. mi viene inviato dal suo medico di base dopo un pomeriggio passato al pronto soccorso per forti dolori al petto che lo hanno fatto spaventare tanto da farlo quasi svenire.
I risultati di tutti gli accertamenti sono risultati negativi e lo hanno rimandato a casa con una diagnosi di attacco di panico e la prescrizione di un noto ansiolitico da prendere.
Il dottore che lo segue, vede che , passando le settimane ,e pur non accusando ulteriori disagi,
G. non riesce a riprendersi dallo spavento: non vuole tornare al lavoro, non esce più di casa, evita di sollevare pesi o fare qualsiasi tipo di sforzo nonostante non gli sia stato prescritto da nessuno, passa il tempo sul letto o sul divano o dal dottore appena gli sembra vi sia un accenno di dolore al torace .
La paura che lo attanaglia, ovviamente, è quella di morire e il fatto di essere stato rassicurato su questo non ha molto effetto, purtroppo. Le spiegazioni razionali ricevute da medici e ribadite da amici e parenti non riescono ad avere la meglio sul ricordo di quella sensazione terrificante che G. vuole fare di tutto per evitare di rivivere nuovamente.
Accetta di vedermi per quanto, mi dice subito che non rinuncerà mai al suo prezioso farmaco ansiolitico, vissuto in questo periodo, come unica ancora di salvezza.
Una volta arrivato nel mio studio di psicologia a Roma lo tranquillizzo che non gli chiederei mai niente di simile, il farmaco lo gestirà insieme al suo medico pian piano che arriveranno i benefici della psicoterapia. G. si sente capito e meno minacciato e accetta di collaborare.
Come curare i dolori al petto con la psicoterapia
Durante la prima seduta, il lavoro terapeutico effettuato con la tecnica del “dialogo strategico” premette a G. di sentire come tutti i tentativi da lui messi in atto per cercare di evitare un nuovo attacco di panico, lungi dal risolvere il problema, in realtà lo mantengono presente e lo peggiorano. Questa “scoperta” lo porta ad aprirsi ad altre possibilità e ad accettare di operare il “diario di bordo” ogni qualvolta inizi a sentirsi male.
L’effetto di questo primo compito terapeutico è estremamente positivo e mette una buona base all’andamento di tutta la terapia che, con lui, sarà molto veloce…8 sedute più altre 3 di controllo a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno, periodo in cui G. ritorna a vivere normalmente e , piano piano, a lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza.